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CISL - Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori - Federazione Università Firenze
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Lettera del Medico del Lavoro al Presidente della Regione

Firenze, 03/10/2008

 

 

Ill.mo Presidente,

oggi è una brutta giornata per tutti. Lo è ancor più per una Regione come la nostra che si è sempre distinta per l’impegno profuso nella lotta per la prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro. Lo è ancor più per tutti gli operatori dei servizi di prevenzione che combattono ogni giorno questa battaglia. Quattro morti, un ferito grave in rianimazione e un ferito grave per amputazione della gamba rappresentano un tristissimo record, se non fosse una così sconfinata tragedia si potrebbe dire da “Guinness dei primati”.

Come medico del lavoro oggi mi sento sconfitta, dolente e frustrata, tanto quanto un chirurgo a cui il paziente muore “sotto i ferri”.

Dai commenti a caldo tra noi operatori, almeno tra quelli più sensibili, emerge una amara riflessione che investe l’organizzazione centrale del Dipartimento della prevenzione.

Quanto, noi che operiamo per la tutela della vita e della salute dei lavoratori abbiamo, dal 1978 ad oggi, inciso sulla riduzione degli infortuni e delle malattie professionali? Io, e insieme a me altri, crediamo molto poco. Mi dicono che il numero di sopralluoghi effettuati sia correlato a una riduzione effettiva degli infortuni. Ma davvero Lei crede che il numero dei sopralluoghi rappresenti il determinante di un cambiamento ormai non più procrastinabile? È davvero tutto così semplice, e questa la strada da seguire?

Se dovessimo abbassare la guardia solo un po’, per qualsiasi motivo (non ultimo un cambiamento della direzione politica), Lei davvero crede che il “trand” proseguirebbe? E se così non fosse, come fermamente io credo, quale cambiamento reale, quale obiettivo raggiunto, sul tema della sicurezza sul lavoro, l’attuale governo regionale potrebbe vantare, quale differenza di programmi e di risultati, quale traboccante eredità di vittorie sulle morti bianche potrebbe far valere come grandezza di valori rispetto agli oppositori? I cambiamenti veri sono quelli che proseguono quando la spinta iniziale è riuscita a vincere l’inerzia al movimento, in modo che poi sia sufficiente solo un piccolo rinforzo random.

È mai stato chiesto agli operatori che tipo di interventi abbiano realizzato, se abbiano mai attivato un circuito virtuoso nelle aziende che hanno visitato, al di là delle pur necessarie prescrizioni? È mai stato richiesto di impegnare la loro creatività nelle attività di prevenzione? Ci sono operatori capaci e meritevoli, ma chi ascolta le loro voci?

Quanto vale per Lei, per l’assessore Rossi, per l’ing. Masi, per il Dipartimento della Prevenzione e per la direzione della azienda sanitaria, la vita di un lavoratore?

Posso dirle quanto vale per il Tecnico della Prevenzione Aldo Mancuso: vale molto, molto di più persino della sicurezza e della serenità della sua vita professionale. Durante la costruzione della FIREM, con la sua professionalità, costanza, perseveranza, direi con il suo accanimento, da sempre osteggiato e deriso, riuscì a raggiungere il meraviglioso obiettivo “morti 0”. Il più esperto operatore del dipartimento nel campo dell’edilizia oggi è stato privato della tessera di UPG, mortificato professionalmente ed esposto ai lazzi di quei colleghi che, senza dignità né umana, né professionale, sono nel cuore del sistema per aver venduto la loro anima. Al tecnico della prevenzione Aldo Mancuso, persino i nostri referenti regionali alludono durante pubblici convegni con velatissimo sarcasmo tale da poter essere colto solo dagli “amici”, riconoscendogli con le parole meriti allo stesso tempo sconfessati dal linguaggio non verbale (la grossolanità in abito firmato è diventata una “competenza” apprezzata qui da noi).

Il dipartimento che dovrebbe tutelare la dignità del lavoro butta via l’esperienza, la cultura, la passione, il coraggio di un operatore, perché irriducibile alle logiche del potere.

E se oggi piangiamo quattro morti, mentre si raccolgono premi per la qualità, forse bisognerebbe strapparsi le bende dagli occhi per guardare e vedere il filo rosso che sottende gli eventi.

E come si rapportano questi quattro morti con la qualità?

Purtroppo il mercato dei favori non giova alla sicurezza e alla dignità del lavoro, anzi potremmo ben dire che i morti e i feriti di questa giornata pesano sulla coscienza dei collusi, mentre inaspriscono l’animo degli operatori delusi, demotivati e stanchi di assistere al balletto scandaloso della creazione di nuove poltrone, ai concerti dissonanti di parole senza vita, di discorsi che alludono al niente. Scatole eleganti e ben confezionate per racchiudere il vuoto della ragione, del diritto e della cultura.

Insieme a quei poveri lavoratori, oggi è morta la speranza di una prevenzione efficace.

Distintamente.

Dott.ssa Martina Speziale

Medico del Lavoro

U.F. TAV & Grandi Opere

Via San Salvi, 12 - Firenze

 

 

 
ultimo aggiornamento: 03-Ott-2008
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