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IL TEMPO DELLE RECITE - (Lettera al Rettore) - 22 10 2012

AL MAGNIFICO RETTORE

PROF. ALBERTO TESI

 

 

Egregio Rettore,

come valutare la “bocciatura” ministeriale dello Statuto?

Spazi di autonomia gelosamente difese; pignoleria burocratica; tentativo di mascherare l’Unità della classe dirigente nel saccheggio dell’Università pubblica?

Ministero e Ateneo sembrano mostrare di essere divisi sulle “virgole” ma uniti nel difendere l’ineffabile sostanza del Comitato Unico di Garanzia.

Che ci azzecca il “Principio Pari Opportunità” con il divieto di ogni forma di discriminazione e violenza morale o psichica posto a tutela della dignità della persona dalla Costituzione del ‘48?

Quale condizione di giustizia aggiunge la “pari opportunità” all’assenza obbligata di discriminazioni, violenza morale o psichica, molestie, disagio organizzativo, emarginazione, esclusione, vessazioni …?

Che ci azzeccano “Cultura delle Pari Opportunità” e “Miglioramento della Produttività del Lavoro Pubblico” con IL RISPETTO DELLA DIGNITA’ DELLA PERSONA?

Fondamento Costituzionale è la Dignità di tutte le Persone o bufale quali “la cultura delle pari opportunità”, la “produttività del lavoro pubblico”, “l’efficienza delle prestazioni lavorative”?

Sotto l’ombrello mirabolante del “principio competitività” governi ministeri e atenei alimentano il sistema organizzativo autoritario a caccia permanente di meriti fasulli da premiare, di migliori sgomitanti cui garantire crescita di carriera e privilegi, di disuguaglianze da sviluppare ....

L’organizzazione gerarchica del lavoro non ha niente a che fare con il benessere e la dignità dei lavoratori, con l’efficacia e la funzionalità dei Servizi pubblici, con la Costituzione Repubblicana antifascista. Ha una sola utilità: aiuta “il miracolo della caduta del prosciutto”, rende evidente ai lavoratori che chi premia punisce propone ed impone sistema autoritario e organizzazione stile caserma del lavoro pubblico coltiva la truffa permanente alla Costituzione.

Cordiali saluti

Caterina Palazzo

 

 

P.S.  Al Docente Ministro del Lavoro dell’eccellente Governo Tecnico, dopo aver detto che IL LAVORO NON È UN DIRITTO, è stato chiesto: scusi ma Lei ha giurato sulla Costituzione o su Topolino?

Al docente-ministro, giudice rigoroso di generazioni di discenti, è stata anche appiccicata l’etichetta di asina (abituale ingiuria degli umani ai quadrupedi…).

Come sarebbe bello se l’Ateneo fiorentino prendesse le distanze dalle scellerate prodezze del Governo dei Tecnici che, in nome della scienza, devasta le condizioni sociali di pensionati, lavoratori dipendenti, disoccupati, precari (“i ceti deboli”) e la Costituzione.

Distanze non meramente linguistiche. Il Governo dei Tecnici è solo il paravento dietro il quale si nasconde la politica (la classe dirigente, la maggioranza “anomala”): bello sarebbe se l’Università pubblica affermasse il ruolo che le consegna la Costituzione svincolandosi dal mortale abbraccio dei politicanti che in nome di sciocchezze e truffe moderne (mercato, crescita, sviluppo, banche, debiti sovrani, privatizzazioni, liberalizzazioni …) si pappano il pianeta e fanno strage di diritti e giustizia.

 
ultimo aggiornamento: 22-Ott-2012
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